Anche di queste cose gli alunni erano sempre informati in anticipo Di solito in ogni scritto venivano assegnati 5 esercizi in ordine di difficolta': gli alunni erano avvertiti che la valutazione era
Domanda del solito Pierino: "E se faccio solo l'ultimo mi da' 8?" Risposta:"No! Ti do' 2 perche' se sai fare il quinto devi saper fare anche il primo, il secondo, il terzo ed il quarto e, se non li sai fare, vuol dire che hai copiato!" La disposizione degli alunni in classe era data da me, mettendo maggior spazio possible fra un banco e l'altro e facendo una mappa della classe: in questo modo durante la correzione osservando gli errori comuni di persone vicine mi rendevo conto di quante informazioni erano passate da un alunno ad un altro; questo serviva anche a capire la leadership della classe (vedi oltre) Correggevo anche la brutta copia, se un alunno non era riuscito a copiare l'esercizio in bella copia, naturalmente decurtando leggermente la valutazione; Se almeno un alunno riusciva a completare bene tutto il compito nel compito successivo veniva messo un esercizio in piu' con un grado di difficolta' maggiore Se l'alunno riusciva a completare anche quello nel compito successivo era aggiunto un altro esercizio che richiedeva uno sforzo mentale superiore ed una certa creativita' e la valutazione era 10 Nella mia carriera pero' ho dato 10 solo due volte Il compito era riportato nello stesso giorno della settimana successiva ed era discusso in classe: chiamavo gli alunni uno per uno alla cattedra facendo loro osservare gli errori che avevano generato quel voto e scrivendo poi il voto sul loro quaderno di matematica In questo modo il voto era noto solo all'alunno che poteva o meno mostrarlo ai compagni Ripeto ancora che scartavo per la media della valutazione quadrimestrale il voto peggiore, e la classe ne era avvisata all'inizio dell'anno scolastico, in modo da non trovarmi nel terzo compito del quadrimestre con solo pochi alunni presenti |